Lisbona è una città che mi ha sempre affascinato, nonostante non ne sapessi molto. Non so, è sempre stata una di quelle città che sapevo che prima o poi avrei visitato, ed era tantissimo tempo, almeno 4-5 anni che cercavo di organizzare, ma per un motivo o per un altro poi viravamo sempre verso altre destinazioni.
Finalmente quest’anno si è presentata l’occasione, e ovviamente non me la sono fatta scappare!
Siamo partiti un sabato mattina all’alba, una vera ammazzata, ma alla fine abbiamo praticamente recuperato un giorno, poiché essendo arrivati alle 8:30 locali, abbiamo avuto tuuuuutta la giornata davanti.Appena arrivati, con facilità abbiamo preso l’Aerobus, che per 2 euro collega l’aeroporto al centro città, con fermate in vari punti chiave. Il nostro hotel si trovava nel quartiere Rossio, diciamo il centro storico della città, anche se Lisbona non è certo una metropoli, quindi è un po’ tutto centro!La mattinata l’abbiamo trascorsa nei pressi dell’hotel, ma in realtà così facendo abbiamo visitato le due piazze principali del quartiere, cioè Praça de D. Pedro IV meglio conosciuta come Piazza del Rossio e Praça da Figueira, e da lì siamo arrivati fino a Praça do Comercio, dove sembra di arrivare al mare… ma in realtà è l’immensa foce del Tago!
Nella stessa mattina viviamo anche la fantastica esperienza del mitico tram 28. Non c’è guida di Lisbona che non parli di questo famosissimo tram. Premesso che io amo i tram, amo fotografarli, e non vedevo l’ora di andare a Lisbona anche per questo, mi spiace dirlo, ma io tutta questa bellezza di prendere il 28, ancora la devo capire.
Prima di tutto, abbiamo fatto una fila di circa 30 minuti per prenderlo. E va beh, si sa, è turistico, ne passa uno ogni 20 minuti… ci sta.
Quando finalmente riusciamo a salire, il biglietto costa un abuso. Tipo 2 euro e 50, mi pare. Va beh, dai, è una figata, che ce frega!
Il tram parte e inizia a inerpicarsi sulle stradine che portano al Barrio Alto, la parte antica di Lisbona, dove c’è anche il castello. Il quartiere sembra carino. Sì, sembra, perché, nonostante sia riuscita ad accaparrarmi un posto vicino al finestrino (in piedi, naturalmente), per cercare di non morire, visto che più che su un tram sembra di stare sulle montagne russe, diciamo che non riesco a godermi tanto il viaggio. Oltretutto, a un certo punto noto un certo trambusto, e capisco subito che sta per succedere qualcosa. Ormai dopo l’esperienza vissuta a Madrid qualche anno fa sulla metro, vivo sul chi va là. Aha! Insomma, per farla breve 3-4 simpaticoni creano un po’ di trambusto e a un povero spagnolo sfilano il portafoglio in un nanosecondo, scendendo poi dal tram che stava per ripartire… a quel punto il giro era praticamente finito, quindi decidiamo di scendere vicino Praça do Comercio e proseguire a piedi.
Il mio consiglio? State lontani dal 28, fotografatelo solo da fuori, e per vedere il Barrio Alto andateci a piedi, è molto più bello e godibile!
Finito il fantastico giro, si era fatta ormai una certa, così decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Scegliamo un localino sulla via dell’hotel, frequentato da gente del luogo e gestito da ragazzi brasiliani. Si chiama O Queque e Pastel, il menu del pranzo è molto ridotto, ma appena leggiamo bachalau decidiamo che va bene così, entriamo! Sarà la fame? 😀
Ora, io il portoghese non l’ho mai studiato, ma quando leggo bachalau à Bras non ho dubbi: sarà baccalà alla brace! Facile ‘sto portoghese!
Ecco… no! Il bachalau à Bras NON è baccalà alla brace. E’ baccalà servito a pezzetti con uova tipo strapazzate e patate tagliate tipo patatine stick, per capirci. Una specie di baccalà strapazzato.. una roba leggerina, insomma, però ottimo. Peccato che le porzioni sono praticamente per giganti, quindi io – che di solito ho un certo appetito – non riesco neanche a finirlo.
Dopo una breve sosta in hotel, il pomeriggio decidiamo subito di andare a Belem.
E lì ci ho lasciato il cuore <3
Belem è un quartiere che si trova un po’ fuori dal centro, e per raggiungerlo bisogna prendere un tram. E’ un quartiere vivo e pulsante, famosissimo per due cose: la Torre di Belem e i mitici pasteis de nata.
Ecco, su questi dovrei scrivere un post a parte, ma per ora mi limiterò a descriverveli molto semplicemente. Si tratta di dolcetti del diametro di 5-6 cm, con una base di pasta sfoglia e ripieni di crema pasticciera. Serviti tiepidi. Volendo con una spolverata di zucchero a velo e cannella. Va beh, io non posso dire quello che ho provato la prima volta che ne ho addentato uno.
Mettiamoci pure che era quello della pasticceria più famosa di Belem, e spesso e volentieri c’è una lunga fila per entrare. Fate la fila, è tempo speso bene! Tra l’altro le ragazze sono super veloci, quindi in poco tempo vi ritrovate col vostro pacchettino di goduria da gustare dove meglio credete.
Tornati da Belem, è praticamente ora di cena, quindi optiamo per un ristorante in Rua dos Sapateiros, O Bacalhoeiro A Licorista. Qui vi consiglio di prendere il baccalà. Anche qui, la porzione è ENORME, un filetto veramente notevole, molto alto, ben cotto e ben condito, servito con delle patate novelle cotte sotto la brace… una vera goduria! Max e i miei prendono l’arroz con marisco, che però qui non è degno di nota, secondo me.
Il secondo giorno – domenica – sveglia presto e ci incamminiamo verso l’Alfama, il quartiere alto di Lisbona, dove c’è il castello e da dove si può godere di una vista a dir poco meravigliosa. Durante il tragitto verso il castello visitiamo la cattedrale de la Sé, bellissima. Facciamo anche il giro del castello, dove c’è una LEGGERA brezza. Usciti da lì, vado in un posto che avevo puntato prima di entrare e dove devo procurarmi la mia droga quotidiana: un paio di pasteis de nata! Il locale è Nata Lisboa, e ce ne sono due, uno qui e uno in centro. Prendo una confezione da 6, tanto so che anche gli altri ne vorranno una! Bontà, sempre tiepidine, belle croccanti… Mmmmhh!
Proseguendo su quella stradina troviamo un localino, Tram 28, dove due ragazzi simpaticissimi ci servono dell’ottimo Porto!
Per pranzo ci fermiamo al Miradouro de Santa Luzia, un ristorantino con una vista stupenda, e dove io e Max ordiniamo – anche qui – l’arroz con marisco (appena sufficiente, non lo consiglierei qui) e dei miei del pesce alla griglia ottimo, freschissimo e gustoso.
Il pomeriggio ci fermiamo per un caffè e un paio di pasteis de nata (ovvio, no?) alla Confitaria Nacional in Praça da Figueira.
Buonissimi i pasteis, il caffè non è il massimo, ma il posto è carinissimo e accogliente, perfetto per una pausa. Il resto del pomeriggio lo passiamo per le strade del Chiado, il quartiere un po’ più commerciale, finché non arriva la pioggia e siamo costretti, completamente zuppi, a tornare in albergo. Ottimisti, avevamo lasciato gli ombrelli in stanza perché avevamo visto bel tempo, e invece siamo rimasti fregati. Poiché diluvia, ceniamo in un ristorantino sotto l’hotel – il Sol Dourado – dove mangiamo carne. Onestamente la mia picanha in sé era buona, ma gli altri sono rimasti scontenti dell’esperienza, e in effetti in generale non è stato un granché, quindi, bocciato!
Lunedì partiamo per Sintra, distante una mezz’oretta di treno da Lisbona. Un luogo meraviglioso, fiabesco, un verde così verde che sembra finto e un vento… che invece è verissimo! O.o
Vi consiglio caldamente di andarci, ma portatevi qualcosa di pesante se salite al castello, fa freddino. Quel giorno, poiché avevamo fatto un’abbondante colazione in hotel, non pranziamo, facciamo solo merenda in un caffè. Ovviamente io con cioccolata calda e… pasteis de nata! Scopro però che qui a Sintra hanno anche un altro dolce, simile ai pasteis, si chiamano Queijadas de Sintra… Buonissimi, una cosa a metà tra una cheesecake e un pastel de nata, assolutamente da rifare!
E’ la nostra ultima sera a Lisbona, e decidiamo di cenare in un ristorante che mio papà aveva trovato leggendo su internet. Si chiama Uma Marisqueria.
Da fuori non gli daresti una lira. Da dentro, manco. ^^
Il piatto per cui è famoso questo locale è l’arroz de marisco, in pratica una cosa a metà tra un risotto alla pescatora e una zuppa di pesce, ma molto più buono! Viene servito in una pentola di alluminio messa in mezzo al tavolo e dal quale possono servirsi tutti, un po’ come la paella, e appena arriva a tavola neanche si vede il riso, si vede giusto la chela di uno scampo uscire fuori… ma appena si prende il mestolo e si “pesca” nella pentola, viene fuori ogni ben di Dio! Scampi, cozze, gamberoni e… il granchio! Mioddio il granchio che bontà, io non avrei mangiato altro!
Prima… |
Dopo ^^ |
Ah, un consiglio: per gustare al meglio questo piatto, non fatevi troppi problemi e aiutatevi pure con le mani per sgusciare i crostacei, ne vale veramente la pena per ciucciare bene tutte le chelette ^^!
Annaffiate il pasto con una bottiglia (o… ehm… anche due) di ottimo vino bianco, e uscirete da lì molto più felici, promesso! A proposito, in molte recensioni leggerete che il proprietario è burbero, quasi al limite del maleducato. In effetti è un signore abbastanza anziano, che fa con passione questo mestiere, e forse sì, non vi farà tanti salamelecchi quando entrerete nel locale, ma se alla fine gli direte che il riso era la fine del mondo, si scioglierà e vi farà un enorme sorriso 😀
Allora, avete già prenotato il biglietto? 😉
antonia p. dice
Bella Lisbona,sapevi che i portoghesi conoscono almeno 366 ricette di bachalau,una per ogni giorno dell'anno, anche quello bisestile 😉
Aspetto la tua ricetta dei pasteis de nata!!!!Mi hai fatto venire un languorino….
lacucinadiziaale dice
Davvero? No, questo mi mancava! Beh toccherà tornare e provarne altre 😛
Per i pasteis de nata mi sto attrezzando, spero di riuscire a farli a breve… stay tuned 😉